L’Agenzia del Demanio, il Comune di Bologna, la INVIMIT SGR S.p.A. e l’Università di Bologna hanno firmato oggi un Accordo quadro che segna la fase conclusiva del processo di valorizzazione di beni pubblici presenti sul territorio comunale. Tutti i soggetti coinvolti nell’Accordo hanno individuato nei fondi immobiliari costituiti dalla INVIMIT – la Società di Gestione del Risparmio del Ministero dell’Economia e delle finanze – i veicoli finanziari più idonei per l’attuazione dei processi di valorizzazione di due rilevanti compendi immobiliari statali: l’area “ex Staveco” e le Porzioni Est e Ovest del tenimento “Prati di Caprara”. Con la firma di oggi, infatti, l’area “ex Staveco” si avvia ad essere conferita al Fondo già costituito “i3-Università” che potrà costituire il veicolo per l’attuazione del progetto del nuovo campus universitario, previsto dall’Accordo sottoscritto, tra Comune e Università, lo scorso 5 marzo 2014.
Per le porzioni Est e Ovest del Tenimento “Prati di Caprara”, che verranno conferite al Fondo “i3-Stato”, di prossima costituzione, è prevista dal Piano Strutturale Comunale (PSC) una ampia possibilità di trasformazione verso usi abitativi, direzionali e di servizio, oltre ad una serie di importanti dotazioni territoriali, tra le quali un parco di circa 20 ettari. A conclusione dell’iter di valorizzazione urbanistica, l’Agenzia del Demanio riconoscerà al Comune di Bologna una quota premiale – compresa tra il 5% e il 15% del ricavato della vendita degli immobili valorizzati di proprietà dello Stato – calcolata in funzione della complessità dell’intervento e dei tempi impiegati. Grazie a questa quota il Comune parteciperà alla realizzazione del campus universitario nell’area “ex Staveco”. Si concluderà così un importante percorso di valorizzazione urbana di immobili statali, iniziato nel 2007, su un portafoglio di 18 immobili ex militari.
“Con l’accordo quadro firmato oggi, l’Agenzia del Demanio – dichiara il Direttore Roberto Reggi – porta a pieno compimento il Programma di valorizzazione dei beni ex militari a Bologna, attraverso uno straordinario lavoro di squadra di quattro istituzioni pubbliche, Comune, Università, Agenzia del Demanio e INVIMIT. A conclusione di approfondite analisi di fattibilità condotte dall’Agenzia, con il supporto di primari operatori del mercato immobiliare, le parti firmatarie dell’accordo hanno, infatti, individuato nei fondi immobiliari costituiti da INVIMIT lo strumento più idoneo ed efficace per l’attuazione del Programma. Gli immobili saranno trasformati per rigenerare il tessuto urbano della Città, dando nuova vita ad aree dismesse ed abbandonate da anni. Attraverso il fondo “i3-Università” sarà finanziato e realizzato il nuovo campus universitario nella ex Staveco; per i Prati di Caprara arrivera’ un mix di destinazioni private (residenziali e non solo), oltre ad una serie di importanti dotazioni territoriali – conclude Reggi – tra cui una scuola di nuova generazione e un parco urbano di oltre 20 ettari”.
“Questa firma sancisce l’avvio di una delle più grandi operazioni di rigenerazione urbana che abbia interessato questa città – dichiara il Sindaco di Bologna Virginio Merola – Un accordo sottoscritto, in tempi record, da quattro istituzioni diverse tra loro accomunate da un unico interesse: lo sviluppo sostenibile di aree strategiche per il futuro assetto urbanistico di Bologna, puntando su l’Università e i suoi studenti, sulla tutela e la valorizzazione di un polmone verde che sarà restituito e aperto alla città”.
“L’accordo suggella la decisione generosa e lungimirante, di portata davvero storica, da parte del Comune di destinare l’area “ex Staveco” all’Università – commenta il Rettore Ivano Dionigi – e, tramite la scelta del Fondo i3-Università, e a seguire il coinvolgimento del Ministero dell’Università, dimostra quanto il futuro insediamento universitario, dedicato prevalentemente ai diritti e alle prerogative degli studenti, sia da considerare una priorità assoluta della politica dell’Università e del Comune e anche la punta di diamante del rinnovato assetto territoriale”.